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Migliorare la qualità dell’aria nelle scuole: una delle priorità di UpSens

Sin dalla sua nascita, nel 2016, UpSens ha prestato grande attenzione al mondo della scuola, ben consapevole dell’importanza per studenti e insegnanti poter disporre di ambienti salubri e con una buona qualità dell’aria. L’ultima dimostrazione di ciò è il nostro contributo a un’importante iniziativa di etika per migliorare la qualità dell’aria nelle scuole del Trentino, realizzata in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento.

A qualche settimana dalla conferenza stampa dedicata alla presentazione ufficiale del progetto, che a oggi coinvolge anche tre istituti scolastici del territorio, ne abbiamo parlato con la nostra CEO, Ketty Paller. Ecco alcuni punti della conversazione.

Ketty Paller durante la conferenza stampa di presentazione del progetto

Ketty, in cosa consiste questo progetto?

Si tratta di un’importante iniziativa promossa da Cooperazione Trentina e da Dolomiti Energia, con la sua offerta gas e luce etika, che vede anche la collaborazione della Provincia autonoma di Trento e di noi di UpSens. L’obiettivo è migliorare la qualità dell’aria nelle scuole trentine coniugando la qualità degli spazi chiusi degli istituti scolastici, ossia i cosiddetti spazi indoor, dalle aule ai laboratori alle palestre, con l’attenzione al risparmio energetico.

In che modo?

Tramite l’installazione del sensore QuAir, ideato e prodotto da noi di UpSens, negli spazi indoor di tre istituti scolastici trentini: il Centro moda Canossa di Trento, l’Itet Floriani di Riva del Garda, e l’Istituto alberghiero di Rovereto.

In che modo QuAir può aiutare a migliorare la qualità dell’aria negli ambienti scolastici?

QuAir è un sensore che tiene costantemente monitorati quattro parametri molto importanti per valutare la qualità dell’aria: temperatura, umidità, composti organici volatili (VOC) e anidride carbonica (CO2). Quest’ultima è particolarmente rilevante in luoghi frequentati da varie persone per molto tempo, come le aule o i laboratori di un istituto scolastico, perché la sua concentrazione permette di capire se un ambiente indoor è ventilato in maniera corretta.

Ketty Paller intervistata dai media durante la conferenza stampa di presentazione del progetto

Che uno spazio chiuso sia correttamente ventilato è importante per la sua salubrità, giusto?

È così. Non a caso negli anni della pandemia da Covid-19 abbiamo sentito dire spesso che favorire ricambi d’aria frequenti negli ambienti chiusi è molto utile per ridurre il rischio di contagio. Naturalmente ciò non vale solo per il Covid-19, ma anche per altre malattie respiratorie, ad esempio l’influenza. È stato dimostrato da studi scientifici che la scarsa ventilazione di ambienti indoor occupati da molte persone può portare a un aumento del rischio di aerosol infettivi. Tra l’altro, concentrazioni elevate di CO2 in ambienti indoor possono causare sonnolenza, abbassare il livello di concentrazione e persino provocare un calo dell’attività neuronale. Insomma, può creare condizioni tutt’altro che ideali, sia per gli studenti, che a scuola hanno bisogno di ambienti salubri dove apprendere e studiare, sia per i docenti, che hanno l’importante compito di insegnare.

All’inizio hai detto che l’obiettivo del progetto è coniugare la qualità dell’aria indoor con l’attenzione al risparmio energetico. In che modo QuAir aiuta in questo senso?

La tecnologia di cui è dotato QuAir lo rende capace, oltre che di monitorare i parametri che ho menzionato poco fa, di indicare l’esatto momento in cui è necessario arieggiare per assicurare una corretta ventilazione. Non solo, QuAir segnala anche quando il ricambio d’aria è stato sufficiente e pertanto si possono chiudere le finestre. In questo modo il nostro sensore offre un contributo reale al risparmio energetico, perché permette di sapere con certezza, sia quando è necessario arieggiare, sia quando è possibile richiudere le finestre, evitando così inutili dispersioni di calore. In fondo, con gli aumenti dei costi dell’energia di cui siamo tutti consapevoli, risparmiare è una priorità per tutti. Non solo nel privato, ma anche nel pubblico.

A oggi i sensori QuAir sono installati in vari spazi indoor di tre istituti scolastici trentini. È stato necessario fare dei lavori per adattare gli spazi delle aule, ad esempio, all’uso dei sensori?

No, affatto. Per utilizzare QuAir non c’è bisogno di interventi strutturali sull’edificio, bastano semplicemente una presa di corrente e una rete wi-fi per l’invio dei dati rilevati dal sensore a uno spazio cloud.

Pensiamo per un attimo a un’aula scolastica in cui è installato QuAir. Nel momento in cui il sensore segnala il bisogno di un ricambio d’aria, chi si occupa di aprire le finestre e poi di richiuderle quando è il momento opportuno?

Idealmente gli studenti. Del resto, questo progetto ha anche un valore didattico.

In che senso?

Nel senso che QuAir, a scuola, può essere utilizzato anche per progetti interessanti, specie dagli insegnanti delle materie scientifiche. I dati che raccoglie possono essere visionati e usati per progetti matematici, statistici, o anche tecnici e tecnologici. Inoltre l’educazione ambientale diventa sempre più strategica e urgente ogni giorno che passa, e la presenza, e l’uso di QuAir in classe può senz’altro contribuire alla consapevolezza dei ragazzi e delle ragazze sull’importanza della qualità dell’aria per la salubrità degli spazi indoor.

Per te è importante che i ragazzi si accostino a questi temi già dalla scuola?

Assolutamente sì, credo sia fondamentale per farli diventare cittadini consapevoli. Lo penso anche perché io stessa faccio la raccolta differenziata sin dalle elementari, quando insieme ai miei compagni di classe seguii un percorso sull’importanza della raccolta differenziata per l’ambiente. Penso sia fondamentale coinvolgere attivamente la collettività in questi temi, attraverso logiche bottom up e partecipative. E naturalmente gli studenti delle scuole fanno parte della collettività.

In fondo i bambini e i ragazzi sono il futuro, no?

Certo, e la scuola è il luogo in cui tutti noi iniziamo a costruire il nostro futuro. E, molto spesso, le iniziative e i progetti in cui investiamo risorse ed energie quando andiamo a scuola influiscono sul modo in cui costruiamo quel futuro.

Per conoscere meglio la tecnologia UpSens si visiti il sito www.upsens.com


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