In un mondo che, come dicono gli esperti, è alle prese con importanti sfide globali (dalla crisi climatica alla grande rivoluzione digitale, dalla trasformazione demografica all’importanza di garantire a tutti il diritto alla salute) anche il privato deve fare la sua parte, in una logica di giving back che in molte economie avanzate è ormai diffusa tra le aziende di successo. Non in ultimo perché nessun uomo è un’isola, e nessuna azienda è un continente: per prosperare ha bisogno di una comunità resiliente, creativa, solidale.
Il mecenatismo è sempre stato una caratteristica delle classi dirigenti più accorte. Pensiamo solo al mecenatismo che contraddistinse il Rinascimento. Il concetto stesso prende il nome da un abile uomo politico romano, Gaio Cilnio Mecenate, che ai tempi di Augusto sostenne poeti che ancora oggi tutti noi conosciamo come Orazio e Virgilio. Ma proprio offrendo aiuto pratico a due delle menti più brillanti della letteratura di tutti i tempi Mecenate si conquistò una fama attraverso i millenni di cui altrimenti non avrebbe mai goduto.
Ancora oggi sono tante le aziende e le fondazioni collegate a importanti aziende e famiglie imprenditoriali che portano avanti attività di mecenatismo artistico. Alcuni dei più bei musei del XX e del XXI secolo sono stati creati grazie alla generosità dei privati. Molti degli artisti migliori degli ultimi decenni hanno beneficiato di borse che hanno permesso loro di lavorare con serenità, e di creare nuovi capolavori.
Ma il mecenatismo non si limita al sostegno delle arti e degli artisti. L’aggravarsi della crisi climatica ha spinto sempre più aziende ad attivarsi per dare un contributo nel rendere la vita umana sulla Terra un po’ più sostenibile, ad esempio finanziando programmi di riforestazione urbana, protezione della biodiversità, rewilding. Alcune di queste iniziative sono davvero eccellenti, specie quando portate avanti con scienziati e attivisti in prima linea.
Esiste però un’altra forma di mecenatismo, anch’esso prezioso. Quello che va a migliorare la qualità della vita della comunità di cui l’azienda fa parte. È il mecenatismo per il benessere, sempre più urgente. In un momento in cui le nostre comunità sono alle prese con sfide epocali come lottare contro un inquinamento sempre più pervasivo e assicurare a tutti il diritto alla salute (la recente pandemia ce lo ha insegnato in modo molto doloroso), bere acqua, mangiare cibo, respirare aria di buona qualità è fondamentale.
La tecnologia UpSens consente alle aziende di contribuire al benessere delle persone andando a intervenire proprio sulla qualità dell’aria. Oggi sappiamo che in molte città della Pianura padana l’aria è di scarsa qualità. Ma non tutti sanno che in luoghi di aggregazione sociale come scuole, biblioteche, università, uffici ecc. l’aria indoor può essere di qualità peggiore di quella che si respira all’esterno, outdoor.
Cosa fare? Assicurare un corretto ricambio d’aria, che sia efficiente sul piano energetico ed economico, è un modo molto valido per andare a migliorare concretamente la qualità dell’aria che i concittadini respirano in un dato luogo, a vantaggio del loro benessere e della loro qualità della vita. L’azienda che offre ai propri giovani, alla propria comunità – come si è fatto qui in Trentino con il contributo della tecnologia UpSens – un’aria indoor meno satura di CO2, con meno VOC ecc. è un’azienda che sta compiendo un gesto non solo simbolico, ma reale, e in grado di generare consapevolezza sull’importanza del prendersi cura di sé stessi, del prossimo e degli spazi in cui si vive. Un gesto che può essere amplificato attraverso una comunicazione puntuale e professionale in modo da diffondere con ancora più efficacia un nuovo approccio alla qualità della vita.
L’Italia, i nostri comuni e territori hanno bisogno di mecenati per il benessere. Chi vuole dare il proprio contributo?
